Bando periferie: incontro nazionale sui 120 progetti finanziati

Si è svolto il 13 dicembre in ANCI l’incontro nazionale tra i soggetti impegnati nella realizzazione dei progetti del primo bando periferie, “Periferie: i 120 progetti finanziati. Insieme per fare sistema. Pensando al futuro”.

Operazioni di welfare urbano, realizzazione di nuovi spazi pubblici, rigenerazione di aree degradate in ottica di sostenibilità, ricucitura con le Città di aree industriali non più utilizzate, mobilità alternativa e sicura: questo e molto altro nei 120 progetti finanziati per un ammontare complessivo che sfiora i 4 miliardi di euro.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di dare vita ad un osservatorio privilegiato dello stato di attuazione dei progetti, un vero e proprio luogo fisico e virtuale di scambio costante delle esperienze dei primi 120 beneficiari. Tutto nella prospettiva di fare da apripista per porre le basi di un nuovo modo di gestione delle politiche delle Città  con una stabilizzazione dei fondi dedicati a tali politiche.

“Chiediamo stabilità, coordinamento, capacità di programmazione per progettare e investire: l’esperienza del bando periferie può diventare un modello di buona pratica nella realizzazione degli interventi pubblici e nell’utilizzo efficiente della spesa, ma questi finanziamenti devono diventare strutturali, e ci aspettiamo di vedere passi concreti in questo senso già nelle prossime settimane”. Lo ha affermato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, incontrando i 120 responsabili dei progetti finanziati attraverso il “bando periferie”, alla presenza del segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti, del vice segretario generale Anci Stefania Dota, del responsabile finanza locale Anci Andrea Ferri e del responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa.

“L’Anci – ha proseguito Nicotra – si è già impegnata e si impegnerà a dare massima comunicazione sull’avanzamento dei 120 progetti e a monitorare e accompagnare la fase di realizzazione, ma la nostra principale ambizione è quella di creare una comunità unita tra tutte le città che si avviano a cambiare volto grazie alle risorse del bando. Noi che crediamo di essere la casa dei Comuni, vogliamo dare a tutti l’opportunità di scambiare esperienze, risolvere insieme problemi e dubbi, cogliere spunti, condividere idee, riprodurre e copiare quelle che funzionano meglio. Insieme – ha concluso Nicotra rivolgendosi ai responsabili dei progetti – siamo molto più forti. Non è facile, ma con il nostro e il vostro impegno possiamo arrivarci. Diamoci pochi obiettivi concreti, e proseguiamo su questa strada: saremo una comunità che può imporre dal basso una prospettiva, elaborare una politica di trasformazione urbana e di innovazione amministrativa, mettere in luce le migliori intelligenze e capacità dei Comuni” (guarda la gallery).

“I comuni – ha detto segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti – hanno mostrato un interesse generalizzato, le procedure sono state rapide e la volontà di collaborare molto forte. Questo progetto, si inserisce in una strategia più complessiva che ha sperimentato la capacità di cooperare tra le istituzioni e che evidenzia l’attenzione del governo nazionale sulla necessità di investire delle aree urbane con una visione di prospettiva che va oltre al rammendo delle periferie”.

“Lunedì 18 dicembre – ha aggiunto Aquilani – saranno firmate le convenzioni per i progetti candidati nel primo bando periferie dando il via ad una delle più grandi operazioni di rigenerazione urbana”

“Con questo programma – ha detto Stefania Dota – dopo 25 anni di vuoto, si pone in essere una strategia di integrazione delle politiche urbane con il welfare sociale che rappresenta la definizione di un modello di cooperazione tra e dentro le Istituzioni. Un modello che rappresenta un vero e proprio incubatore di progettualità”.

“I progetti presentati – ha spiegato Dota – per un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro, tendono a individuare le potenzialità dei territori urbani di riferimento, a rafforzare la mixité sociale e a rispettare l’ambiente, mettendo in atto i princìpi del costruire sostenibile e della riduzione di consumo di suolo”.

“Il 10% delle proposte – ha infine evidenziato – è a livello di progetti esecutivi, il 13% di progetti definitivi, il 77% di studi di fattibilità o progetti preliminari. Un dato, quest’ultimo, molto qualificante che è stato voluto da Anci poiché nella nostra idea di costruire un modello procedurale partendo dall’esperienza del bando periferie c’era proprio quello di evitare che si trattasse di progetti privi di una progettualità legata alla rigenerazione urbana e al recupero di welfare sociale, ma una semplice richiesta di finanziamento di opera pubblica già completata e non attuata per mancanza di risorse”.

“Questo bando – ha detto il responsabile finanza locale Anci Andrea Ferri – interviene di fatto sul 5% Comuni, dalle città medie alle grandi aree urbane coprendo un territorio dinamico con un  investimento che è coerente e coopera con altre misure finanziarie che liberano avanzi propri dei Comuni a titolo di investimento”.

Infine, il responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa ha illustrato la ripartizione dei progetti per ambito di intervento, mettendo in luce la diversificazione delle azioni  che si concentrano in via prioritaria sulle aree dismesse, gli spazi pubblici, la mobilità e la casa ma guardano anche al welfare, allo sport, alla sicurezza e alla resilienza.

Fonte ANCI

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