Blockchain e PA: un matrimonio possibile

Tutti parlano di blockchain, la nuova tecnologia nata con i bitcoin e con le applicazioni in ambito bancario. Questa tecnologia della “fiducia distribuita” è già destinata a incidere su molti settori dell’innovazione digitale, poiché tende alla disintermediazione sicura a vari livelli, consentendo riduzioni di costo e maggiore sicurezza e tempestività delle transazioni.

Il ricorso alla tecnologia blockchain è già realtà in ambito assicurativo, poichè semplifica i pagamenti di premi e di sinistri. Nei prossimi anni, blockchain potrebbe spingere verso una più generale trasformazione digitale basata sul trattamento dei dati (dal Cloud ai Big data & Analytics).

L’impatto della blockchain è stato analizzato sin dal settembre 2015 al World Economic Forum che nella sua “Global Agenda Council on the Future of Software & Society – Deep Shift, Technology Tipping Points and Societal Impact ” ha identificato nelle tecnologie di “distributed trust” e nella blockchain uno dei principali trend del prossimo decennio 2016-2025.

Gli ambiti applicativi della blockchain potrebbero essere molti, tra questi anche quello delicato della fiscalità locale e della raccolta delle imposte. Sono già in corso numerosi utilizzi di questa tecnologia, sia nella versione “permissionless” – cioè aperta e basata sui Bitcoin – che su quella “ permissioned” con l’identificazione certa dei membri di una  rete chiusa e gestita da una o più autorità di controllo.

Nel 2017 l’interesse nei confronti della blockchain è aumentato notevolmente soprattutto per la possibilità di gestire in modo sicuro lo scambio di informazioni in rete ed il collegamento con il mondo dei connected devices dell’Internet of Things (IoT). La domotica e il settore automotive saranno certamente i principali settori di applicazione. Grazie alla blockchain sarà possibile avere la certezza di essere l’unica persona abilitata a gestire la propria casa e la propria auto.

Blockchain consentirà di poter connettere eventi e processi diversi tra loro, attraverso i cosiddetti “smart contract”.  Basterà disporre di dispositivi connessi in rete e questa tecnologia potrà interessare tutti gli ambiti della Smart City: dal controllo dei sensori e del traffico, a tutte le attività svolte dalla polizia locale. Gli “smart contract” potranno riguardare anche il settore dei servizi pubblici locali (acqua, gas, elettricità, Tpl). In ambito energetico l’integrazione tra IoT e Blockchain potrà abilitare il mercato P2P, in cui saranno direttamente  i “device” che acquisteranno e venderanno energia autonomamente, sulla base dei criteri definiti dall’utente. Un solo esempio: i pannelli solari potranno registrare la loro produzione in eccesso su Blockchain, per venderla ai vicini, attraverso gli smart contract.

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