Il nostro Paese ha fatto passi da gigante nell’offerta digitale fissa, con un aumento della copertura del 28,4% (dal 43,9% del 2015 al 72,3 del 2016), riducendo così la distanza dalla media europea. Continua a preoccupare, invece, il lato della domanda, dove si rilevano solo timidi segnali di miglioramento: in particolare, resta deludente il numero di sottoscrizioni di abbonamenti in fibra, pari nel 2016 a solo il 3% del totale degli abbonamenti in banda larga, un dato notevolmente al di sotto della media europea, così come la diffusione dell’e-commerce.
Questo il quadro generale che emerge dal Rapporto dell’Istituto per la Competitività, I-Com, “Italia digitale”. Lo studio è stato presentato a Roma durante un convegno al quale hanno partecipato i principali stakeholder istituzionali e del mondo digitale, ma anche parlamentari e rappresentanti della società civile. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Discovery, Ericsson, Eutelsat, Nokia, Rai Way, Sky, Tim, Tivù e Vodafone.
Il Report 2017 sulle reti e i servizi di nuova generazione intende analizzare il livello di sviluppo digitale raggiunto in Europa e in Italia nell’ottica di possibili azioni da mettere in campo per accelerare il coinvolgimento dei cittadini, rafforzando la competitività delle imprese in uno scenario sempre più caratterizzato dai processi di rapida evoluzione.
Nel testo viene approfondito anche il grado di copertura della rete fissa di ultima generazione e lo sviluppo della banda ultralarga nel nostro Paese. Vediamo così che la Puglia è la regione che detiene il primato di copertura maggiore nelle abitazioni, con una percentuale pari all’87% (rispetto alla media nazionale che è del 72,3%), seguita dal Lazio, dove in media oltre un’unità immobiliare su cinque è raggiunta dalla rete. La ricerca mette poi in evidenza i progressi compiuti dalla Basilicata, dove in passato solo un’abitazione su due risultava raggiunta dalla rete di ultima generazione, mentre oggi il dato regionale si attesta al 73%.
Per quanto riguarda, invece, il comparto mobile e lo sviluppo della rete 4G, il grado di copertura in termini di popolazione è oramai ovunque piuttosto elevato, con percentuali superiori al 95% in tutte le regioni ad eccezione di Sardegna, Molise e Basilicata, dove la copertura ha comunque raggiunto, rispettivamente il 93,5%, il 93% e il 92,5% degli abitanti.
Nel Rapporto I-Com 2017 sono in generale le regioni del Sud a collocarsi in testa alla classifica: Calabria 79%, Sicilia (79%) e Campania (78,4%). Toscana e Sicilia hanno ottime percentuali per quanto riguarda le unità immobiliari, con la più ampia copertura (la prima con l’83,2%, la seconda col 70,8%). In altre 4 regioni, invece, più dell’80% dei comuni non è raggiunto dalla banda ultralarga: Abruzzo (16,1%), Sardegna (13,5%), Valle d’Aosta (8,1%) e Piemonte (17,2%).
Sul tema della digitalizzazione delle imprese è stato inoltre pubblicato il Rapporto di Unioncamere, che ha approfondito in particolare i “settori bit” dal commercio on-line agli internet service provider, dai produttori di software a chi elabora dati o gestisce portali web. A fine settembre le imprese italiane del settore hanno superato quota 122mila unità: 3.000 aziende in più, con una crescita nel corso dell’anno del 2,4%. Il 12,5% delle digital companies sono guidate da giovani con meno di 35 anni, ma se si valutano le aperture di nuove attività dall’inizio dell’anno, delle 6.330 iscrizioni rilevate tra gennaio e settembre la percentuale sfiora il 35%. Sono imprese che, secondo i dati di Unioncamere, creano più occupazione e ricchezza.
Delle oltre 122mila digital companies, una su cinque (28.650) è in Lombardia, seguita dal Lazio con il 13,5% del totale e dalla Campania con l’8,6%. A tale riguardo ad essere interessati sono anche molti giovani del Sud: il 50% in Calabria, il 46,7% in Basilicata, il 44,4% in Campania, il 42,3% in Puglia e il 40,6% in Sicilia.
L’analisi di scenario dimostra come “sia evidente che l’Europa viaggi a due velocità, con i Paesi del Nord che primeggiano dal punto di vista infrastrutturale e della penetrazione dei servizi digitali. Per molti anni il nostro Paese ha scontato un grave ritardo infrastrutturale e culturale, poi l’adozione a marzo 2015 della Strategia nazionale per la banda ultra-larga e della Strategia per la crescita digitale 2014-2020 ha segnato un momento di svolta, creando così un clima di maggiore fiducia. Per questo, oggi, è fondamentale agire più velocemente con gli investimenti in banda ultra-larga, con misure straordinarie e non più differibili, come il switch-off dell’accesso analogico ai servizi pubblici.
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